Abstract - Pantaleone Sergi, Da Villa Regina a Villasboas. Progetti di colonizzazione in Sud America negli anni del primo fascismo

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Il fascismo degli esordi non aveva una propria politica migratoria e andò avanti in sostanziale continuità con i governi liberali, con la cosiddetta politica “a vista”. Mussolini, ancora alla fine del 1925, sembrava rassegnato all’ineluttabilità del fenomeno e riteneva che l’emigrazione fosse «una necessità del popolo italiano» necessaria per contenere l’esuberanza demografica, sebbene depauperasse il paese di elementi attivi. In questo senso, non avendo strumenti per regolare un esplosivo mercato del lavoro interno aggravato dalla smobilitazione dell’esercito, incoraggiò iniziative volte a fondare colonie per emigrati italiani in diversi paesi del Sud America, a incominciare da Colonia Regina, oggi Villa Regina, nell’Alta Valle del Rio Negro (Patagonia) che rappresentò un «modello» fascista di emigrazione pianificata replicato negli anni successivi, e può essere considerata la prima delle cosiddette “Città del Duce”. Emissari del fascismo, personalità politiche, militari e diplomatici varcarono l’oceano e viaggiarono nei paesi latino-americani per studiare e proporre ipotesi di colonizzazione. Tra essi Ottavio Dinale, ex anarco-sindacalista, giornalista del «Popolo d’Italia» e confidente del Duce, inviato al Plata pochi giorni prima della marcia su Roma per riorganizzare i Fasci di combattimento. Dinale, nei suoi due soggiorni in Sud America, si dedicò anche alla elaborazione di originali progetti di emigrazione, conservandone traccia nel proprio archivio personale, progetti che trovarono anche l’assenso di Mussolini.
Sulla base di fonti di prima mano, documenti di archivio inediti e stampa d’emigrazione, l’autore ricostruisce un quadro di diversi progetti di insediamento di famiglie italiane, soprattutto di ex combattenti, in Argentina, Uruguay, Paraguay e nell’Oriente Boliviano.

 

Parole chiave: fascismo, emigrazione, America Latina, Ottavio Dinale, anni Venti e Trenta

 

Profilo

Pantaleone Sergi ha insegnato Storia del giornalismo all’Università della Calabria ed è presidente dell'Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e del Centro di ricerca sulle migrazioni dell’Università della Calabria. Si occupa di storia del giornalismo, di storia dell’emigrazione e di storia della criminalità organizzata, temi su cui ha pubblicato saggi e volumi, tra cui Patria di carta. Storia di un quotidiano coloniale e del giornalismo italiano in Argentina (2012); Destino Uruguay, 2 voll. (2011); Stampa migrante. Giornali della diaspora italiana e dell’immigrazione in Italia (2010); Gli anni dei Basilischi. Mafia, stato e società in Basilicata (2003).

 

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